DISCORSO AL PORTO
Cari fratelli e sorelle, c’è un verso di un poeta tedesco del secolo scorso, Rainer Maria Rilke, che questa mattina vorrei
consegnare a tutti voi, venuti qui al porto per rivivere l’esperienza dell’approdo della Icona della Madonna della Madia. Rivolgendosi alla Vergine Maria, richiamando la nascita del Figlio, adorato dai Magi venuti dall’oriente, così scrive:
«Ma (lo vedrai): Egli dà gioia!».
Sì, è il Signore Gesù che dà gioia. La sua nascita ha portato la gioia vera nel mondo.
Cari fratelli e sorelle, vorrei che vivessimo questo nostro atteso appuntamento con il cuore consolato da questa certezza, che la Madre di Dio, la Vergine della Madia, viene a donarci. Ancora una volta giunge a noi dal mare, prima dell’alba, per indicarci che, dietro l’oscurità della notte, il sole è sempre pronto a sorgere per ridonare luce. È stato un segno profetico l’essere giunta nel buio della notte, perché così ha potuto indicarci che all’orizzonte possiamo sempre
scrutare la presenza del suo Figlio Gesù che, al di là delle tenebre che spesso ci avvolgono, viene continuamente a visitare le nostre vite per salvarci e donarci amore. Ed oggi giunge, ancora una volta, perché come un’unica, grande famiglia possiamo fare festa attorno a lei, che riconosciamo Madre nostra, e con Lei fare festa attorno al Figlio Gesù.
Esultanti per quest’abbraccio dal quale ci sentiamo avvolti, mettiamo ora ali di aquile per volare alto e arrivare dalle braccia di Maria fino al cuore di Cristo, sorgente inesauribile di gioia.
Ieri durante la celebrazione domenicale abbiamo riascoltato le parole dell’apostolo Paolo, le ripropongo perché riscaldino questa mattina il nostro cuore: “siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti.
Il Signore è vicino!” (Fil 4,4).
Sì, il Signore è vicino, è con noi, siamo amati da Lui e accompagnati dalla Sua forza e questo non può che renderci felici. L’amabilità, che deve brillare attraverso le nostre parole e i nostri gesti, sarà poi il segno esteriore della gioia che abita il nostro cuore.
Sì, carissimi, Egli dà gioia! Facciamo risuonare le parole del poeta nel nostro cuore per far sì che attraverso di noi giungano anche a chi ci è accanto. Gridiamolo a gran voce quando ci sentiamo smarriti e disperati: Egli solo dà gioia! È in lui che troviamo la forza necessaria che ci permette di restare in piedi e di non vacillare di fronte alle prove
della vita. Nell’anno che si chiude non sono mancati momenti difficili anche nella nostra Città, momenti che abbiamo affrontato con coraggio, sebbene a volte abbiamo avvertito un senso di smarrimento e di paura. Penso alla fragilità delle nuove generazioni, alle crisi familiari, alla precarietà del lavoro, alla fatica delle proposte educative, alla solitudine degli anziani, al diffuso proliferare tra i giovani di sostanze stupefacenti, ad una illegalità sommersa che rende malata la società. A tutti coloro che si sono trovati invischiati in queste situazioni oscure, con la stessa sollecitudine di Maria, corriamo ad annunciare questa mattina che il Signore Gesù dà gioia, che in lui solo possiamo trovare il nostro riscatto, possiamo sperare in una vita rinnovata e piena di senso. Ed è lui, lui solo, che ci dà la forza per lottare e vincere il male con il bene!
Egli dà gioia! Con tale consolante certezza vivremo anche l’Anno Santo, ormai imminente. Il Giubileo lo vogliamo vivere come occasione per riscoprirci Chiesa della gioia. Senza gioia c’è solo morte.
Carissimi, l’annuncio che voglio condividere con voi questa mattina è di una bellezza sconvolgente: il nostro Dio, lento all’ira e grande nell’amore, offrendoci questo tempo di grazia che è il Giubileo e rinnovandoci con il suo perdono, ci rende tutti testimoni della gioia.
Non perdiamo questa occasione di rinascita. Ci metteremo in cammino come pellegrini di speranza, avendo con noi l’unica ricchezza che vale la pena di possedere: l’amore di Dio, che ha trasformato la nostra vita!
Una speranza, quella che vogliamo portare, nutrita dalla gioia di un cuore riconciliato, rinnovato, risanato, guarito dall’incontro con il Dio della gioia, soprattutto nel sacramento della Riconciliazione. Sarà questa la nostra Porta Santa, che attraverseremo per ricevere l’abbraccio del Risorto, che si farà poi nostro compagno di viaggio, sostenendo i nostri passi vacillanti e assumendo su di sé le nostre fragilità.
Cari fratelli e sorelle, alla luce di questo annuncio stupendo, guardiamo ora a Maria, sorgente viva di gioia evangelica! L’emozione di questo momento tramandatoci dai nostri avi, sia sostenuta dall’esultanza della fede. Guardiamo a Colei che per prima si è fatta porta, attraverso cui l’Infinito è entrato nella finitezza della natura
umana. Alla sua scuola impariamo anche noi ad aprire la porta del nostro cuore permettendo a Dio di entrarvi.
E sarà festa! Dio inonderà di pace e di gioia la nostra vita.
Maria, dolce Vergine della Madia,
donna della gioia, vieni ancora nel mare di questa nostra Città, ti aspettiamo!
Vieni soprattutto nel mare della nostra vita, troppo spesso burrascoso e tempestoso.
Vieni a indicarci che solo il tuo Figlio Gesù può sedare le tempeste della storia, che solo in lui è pace solo in lui serenità solo in lui salvezza solo in lui la Gioia.
Vieni con la tua dolcezza, o Madre, a scaldare i nostri cuori troppo spesso gelidi e inariditi.
Madia da cui trabocca la gioia vera, ridestaci dal torpore della nostra fede perché possiamo aprirci a quell’incontro misterioso tra la nostra povertà e la grandezza di un Dio
che si china misericordioso e pietoso sulle nostre miserie.
Vieni a donare luce ai nostri occhi perché possiamo contemplare
con sconfinato amore il Bambino che è tra le tue braccia.
Aiutaci a “vedere” con sguardo estatico e a “capire” con cuore sapiente che “Egli dà gioia”!
Solo allora sarà festa, la tua festa, la nostra festa,
sarà la festa di tutti coloro che incrociando il tuo volto risplendente di luce
si scopriranno figli perdutamente amati
da un cuore di Madre che palpita di gioia nel donare il Figlio Gesù.
Amen.