OMELIA PER L’INIZIO DEL PERCORSO SINODALE IN DIOCESI

Festa di San Luca
18-10-2021

Credo che la pagina del Vangelo ascoltata or ora ci dia la chiave di lettura per comprendere l’evento che stiamo celebrando in comunione con le Chiese sorelle sparse in ogni angolo del mondo. Dopo l’annuncio dato ieri in tutte le nostre parrocchie, stasera ci ritroviamo come presbiterio e rappresentanti delle diverse comunità per iniziare ufficialmente in diocesi il percorso sinodale, che, voluto dal Santo Padre Francesco, sta sempre più conquistando pastori e fedeli in un’avventura straordinaria dello Spirito.

La pagina evangelica è fortemente dinamica. I verbi utilizzati sono tutti di movimento: inviare, andare, entrare. È vero, ci sono anche verbi che richiamano lo stare: accogliere, restare, mangiare e bere. Però questi sono la conseguenza della itineranza apostolica: si va per incontrare. Sì, Gesù invia per incontrare la gente e coinvolgerla nella conoscenza della buona notizia che Lui è venuto a portare: “è vicino a voi il regno di Dio”. La casa, la città, sono i luoghi della vita quotidiana in cui entrare per fermarsi e condividere l’annuncio del Regno. Gesù vuole che la gente sia incontrata dai suoi inviati nella concretezza e nella ferialità della vita perché è da lì che nascono le domande fondamentali che dispongono ad aprirsi al dono di Dio, che è Lui stesso: “li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”. La finalità della missione dei discepoli è sempre per preparare l’incontro con Lui, “il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Mai perdere dall’orizzonte dell’azione missionaria dei discepoli l’incontro con il Salvatore, perché in Lui c’è il tutto di Dio e il tutto dell’uomo, vero Dio e vero uomo!

Richiamo in maniera decisa questa verità, perché può affacciarsi la tentazione di un protagonismo ecclesiale fine a se stesso, quasi a voler dire che la Chiesa serve se stessa per mostrarsi, apparire e mettersi alla stregua di ogni agenzia sociale che vuol fare audience catturando proseliti. No, la Chiesa esiste in funzione di Cristo, per annunciare e testimoniare il suo amore che fa nuovo il cuore dell’uomo. È questa la radice anche del lavoro sinodale che iniziamo. Tutto quel che siamo chiamati a fare è conoscere il terreno – la gente concreta che vive sul nostro territorio, con le sue gioie e le sue speranze, con le sue tristezze e le sue angosce, i poveri soprattutto e tutti coloro che soffrono – su cui spargere il seme della Parola perché attecchisca e porti frutto.

Noi avviamo un percorso di incontri, di conoscenza, di dialoghi, di confronto, di ascolto reciproco perché siamo consapevoli che abbiamo bisogno gli uni degli altri per scorgere i segni della presenza di Dio nella storia: pastori, consacrati, fedeli laici, cristiani e membri di altre comunità religiose, credenti e non credenti, praticanti e non praticanti, generazioni diverse e appartenenti alle varie categorie sociali! In tutti c’è un frammento di Dio che messo insieme ad altri frammenti ci consegna il capolavoro di un’umanità nuova, che è il sogno di Dio affidato alla nostra responsabilità. Conoscere il terreno su cui seminare la Parola ci permette di scorgere i segni della presenza dello Spirito Santo nella storia, perché, non dimentichiamolo mai, lo Spirito precede e preparare la semina della Parola, che poi è affidata ai discepoli del Risorto. Uno sguardo di fede ci permette di essere più positivi nella lettura degli eventi che viviamo quotidianamente, anche di quei momenti di crisi che incidono, a prima vista solo in maniera negativa, nel cammino dell’umanità, come ad es. i mesi tragici e dolorosi della pandemia, da cui stiamo gradualmente uscendo.

Carissimi, avremo modo e tempo nelle prossime settimane di dirci concretamente come lavorare ai vari livelli in questo percorso sinodale. Stasera a me preme innanzitutto richiamare lo sguardo di fede che deve caratterizzare il nostro impegno in questo tempo di grazia che si apre e di cui non dovremo avere paura per le provocazioni alla conversione che ci offrirà. Anzi, dovremmo chiedere al Signore che vengano come dono della sua Provvidenza, sia dall’interno sia dall’esterno delle nostre comunità, inviti forti a rivedere lo stile della nostra presenza nel mondo, perché la vita di noi credenti sia sempre più credibile, sia sempre conforme alla proposta evangelica.

Lasciate allora che affiorino dal cuore quelle convinzioni che devono accompagnarci nel discernimento partecipativo che ci avviamo a compiere. È una professione di fede comunitaria che consegno a ciascuno di voi.

Crediamo fermamente che la storia che viviamo è storia di salvezza.

Crediamo che c’è un Dio Amore che anima questa storia al punto tale da volervi entrare facendosi uomo.

Crediamo che questa storia non va verso il nulla ma verso la vita, quella vita piena che si raggiungerà quando Dio sarà tutto in tutti.

Crediamo che il Signore Risorto con il suo Spirito illumina le coscienze di quegli uomini e donne che cercano la verità e si aprono alla trascendenza di un Dio che non rimane lontano ma si china sulle ferite umane.

Crediamo che la Chiesa, Sposa immacolata dell’Agnello immolato sulla Croce, è chiamata ad essere fermento di vita nuova nella storia, facendosi serva umile e premurosa, di ogni uomo, di ogni donna che incontra lungo le strade polverose e incidentate della storia.

Crediamo che il Battesimo abilita tutti alla ministerialità ecclesiale, per cui nessuno si deve sentire esonerato dal compito di evangelizzazione, nella consapevolezza che tutti siamo discepoli missionari.

Crediamo che la Chiesa è chiamata ad evangelizzare anzitutto con la testimonianza della comunione, realizzata nell’amore della Trinità, che raggiunge e riempie della sua presenza ogni battezzato.

Crediamo che solo nell’ascolto orante della Parola di vita la Chiesa riesce a percepire il soffio dello Spirito che guida la storia.

Crediamo che l’Eucarestia celebrata e vissuta nella fede è la scuola per imparare dal Maestro la logica del servizio, che porta a donare la vita per gli altri.

Crediamo che l’incontro rispettoso e cordiale con tutti è la pietra fondamentale per costruire l’edificio di una umanità dove tutti hanno uguale dignità e dove è vinta ogni discriminazione e disuguaglianza.

Crediamo che un mondo migliore non è utopia ma reale possibilità, a condizione che tutti si pongano a servizio gli uni degli altri.

 

Carissimi, da queste verità vogliamo lasciarci guidare nel percorso sinodale su cui ci stiamo incamminando. Attingiamo, per imparare a costruire una Chiesa che sia sempre più aperta alla Parola, allo Spirito e alla storia da quel primo e fondamentale manuale di ecclesiologia missionaria che è il libro degli Atti degli Apostoli, al cui autore, l’evangelista Luca che oggi celebriamo nella Liturgia, affido l’accompagnamento orante del nostro cammino di conversione e di rinnovamento pastorale.

Largo Cattedrale, Conversano, Puglia Italia