Carissimi fratelli e sorelle,
stiamo seguendo con apprensione, dolore e sgomento le notizie che giungono dal
Medio Oriente sul sanguinoso conflitto esploso dopo gli orribili attentati terroristici che tante
vittime innocenti hanno provocato in Israele. Purtroppo l’escalation di violenza, frutto della
reazione israeliana, sta mietendo innumerevoli altre vittime tra il popolo palestinese, per cui il
fiume di sangue scorre sempre più copioso dall’una e dall’altra parte. Bambini, donne e anziani
sono i primi a cadere, colpiti come facili bersagli di morte. Il cuore di tutti noi è lacerato da
questo dramma, come anche da tutti gli altri conflitti, a cominciare da quello ucraino, che ancora
non vede all’orizzonte spiragli di pace.
Ci sentiamo inermi e sconfortati dinanzi al tanfo di morte che si respira
quotidianamente. Che fare? Abbandonarsi all’alienante rincorrersi delle notizie che giungono
dai focolai di guerra e attendere che la distruzione totale raggiunga la faccia della terra?
Certamente non possiamo arrenderci di fronte a questo dilagare del male. Da uomini e donne
di fede sappiamo che il male non è l’ultima parola da dire con rassegnazione né è possibile
arrendersi dinanzi alla malvagità umana. L’ultima parola che tutti dobbiamo pronunziare è
quella che scaturisce dalla Pasqua di Cristo, che con la Croce ha ridato vita al mondo: Cristo ha
vinto la morte e ha distrutto il male e in Lui e con Lui è possibile sperare anche quando i giorni
sono soffocati dalla caligine della paura. Questo ci porta a dare più spazio in questo tempo di
prova alla preghiera e alla penitenza, che aprono la strada verso il Cuore di Dio.
Perciò, carissimi fratelli e sorelle, chiedo che nelle celebrazioni domenicali si preghi
per la pace e per la fine delle ostilità in Medio Oriente e che nella terra bagnata dal Sangue del
Redentore non scorra più altro sangue innocente. Inoltre, sentendoci in comunione con la
Chiesa Madre di Gerusalemme, che martedì 17 vivrà una giornata di digiuno e di preghiera, e
accogliendo l’invito della CEI, stabilisco che nello stesso giorno si faccia altrettanto nelle nostre
comunità, invitando i fedeli a compiere qualche opera penitenziale per impetrare la pace. Molto
opportunamente, si può anche organizzare l’Adorazione eucaristica, che certamente ha una
valenza potente di intercessione. Credo possa essere utile, per chi non l’avesse ancora letta,
avere tra le mani la lettera del Card. Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, che allego alla
presente: ci aiuta a sentirci vicini a questi nostri fratelli e sorelle che stanno vivendo un lungo
venerdì santo. Nello stesso tempo, allego lo schema per la preghiera del Rosario che mi è giunto
da P. Gianfranco Pinto Ostuni, nostro condiocesano e Frate minore della Custodia di Terra
Santa, perché possa essere usato in questi giorni.
Salutandovi con sincero affetto paterno e affidandovi, insieme alle comunità colpite
dagli efferati atti di violenza di questi giorni, a Maria, Regina della pace, tutti vi benedico.
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+ Giuseppe Favale
Vescovo di Conversano-Monopoli